Si narra che un tempo, nelle notti di luna piena, i due cervi più forti e potenti del branco si incontrassero alla fonte d’acqua sulfurea per dissetarsi. Poi arrivarono le guerre e i cervi scomparvero... fino a 200 anni fa, quando i mammiferi furono nuovamente avvistati presso la fonte. I cervi erano tornati, per rimanere nella Val Fiscalina, dove ancora oggi vivono in branco.
Per questo il cervo è diventato il simbolo del Bad Moos, scelto dagli architetti Hugo Julius e Hanspeter Demetz, registi della ristrutturazione del complesso. Il quadrupede accompagna gli ospiti lungo tutti gli ambienti del Bad Moos, si ritrova ad esempio nelle pareti in legno della sala ristorante, nelle decorazioni dei paralumi, a ricordare anche nel comfort, il legame con il territorio e la natura, le origini.
Li´, oltre il fresco ruscello di Sesto sotto la Cima Scarperi si trova un prato incantato con alti e maestosi larici. Sembra quasi un bosco delle favole, con Larici alti più di 40 metri con radici profonde e forti e un legno unico e ricco di resina. Il larice appartiene alla flora e soprattutto al paesaggio tipico delle Alpi, cresce ad una altezza dai 1000 mt ai 2000 mt, e può raggingere i 500 anni. Il legno di larice è molto resistente al rigido tempo di montagna, per questo fin dall'antichità è utilizzato per le parti delle case più esposte, come il tetto, oltre che per i mobili, vista la sua particolare bellissima venatura.
“Larcher” il nome del Larice in tedesco, è anche un famoso cognome in Tirolo, si diceva che i componenti di queste famiglie perforassero i larici per estrarre la resina dalla quale venivano poi prodotti unguenti curativi.
Quando inizia la primavera questi alberi si rivestono di un verde delicato e questo è il segno che un lungo inverno rigido è passato.
Durante l'estate poi, sotto questi alberi troviamo funghi che crescono proprio in loro presenza, mentre l'autunno colora gli aghi di magnifici colori che virano dall'oro al rosso acceso. Questi spesso cadono sul terreno già coperto dalla neve dell'inverno e un nuovo ciclo ha inizio. Anche spoglio nella pace e nel silenzio dell'inverno, il larice emana sempre la sua luce che dà forza e tranquillità, a significare che anche i tempi duri prima o poi passano sempre. Solo una cosa intimorisce il larice: il pino cembro, lì dove crescono questi alberi il nostro larice si ritira.
Il tenero legno del pino cembro, nelle Dolomiti, ben si prestava ad essere intagliato per realizzare sculture sacre per case e chiese. Questo legno venne utilizzato così tanto che un centinaio di anni fa era a rischio d'estinzione. Quasi sacro questo albero cresce anche sopra i 2000 metri di altitudine quasi come un monaco eremita o un “alpinista estremo”, come viene chiamato in Svizzera. Il suo legno è ricco di olii eterici che profumano i boschi anche anni dopo il so abbattimento. Le qualità del “Re delle Alpi” sono note fin dall'antichità. Naturalmente un tempo venivano tramandate di generazione in generazione, ma oggi studi scientifici di Joanneum Research Zentrum a Weiz hanno dimostrato le reali proprietà e influenze che ha questo legno sul nostro organismo e sulla psiche. Innanzitutto migliora il sonno, in quanto abbassa il normale battito cardiaco, aiutando così a rilassarsi. Grazie a questo legno risparmiamo 3500 battiti al giorno, che significa un'ora di lavoro in meno per il nostro cuore! Ma questo legno è importante anche per la gastronomia, le noccioline che produce contengono infatti il 70% di grassi e il 20% di proteine, e vengono utilizzate per i dolci e nelle grappe di montagna.
"Noi architetti per la prima volta non abbiamo avuto problemi nella scelta dei materiali per l'hotel: qui al Bad Moos larici e pini crescono dietro casa..."
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